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Pandoro e panettone, una dolce sfida
15 Dicembre 2014
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Pandoro e panettone, una dolce sfida

Quando a Natale si avvicina il momento del dolce molti buongustai si dividono e si schierano con il Pandoro o con il Panettone. Proviamo a vedere quali sono le differenze più importanti, storiche e gastronomiche, di questi due dolci-simbolo delle festività natalizie.

Il Panettone viene chiamato così perché trae origine dal “pan de Toni”, un giovane servo che salvò il disperato cuoco che aveva bruciato il pane per il banchetto di Natale di Ludovico il Moro e la sua corte milanese. Mescolando farina, burro, uova, canditi e uvetta Toni era riuscito a creare un pane dolce e soffice che aveva conquistato tutti i nobili commensali. La ricetta è di poco variata ed è arrivata a noi arricchita di storia, tentativi, esperienza e decreti legislativi che ne sanciscono le caratteristiche imprescindibili. Un panettone, infatti, per essere definito tale non deve contenere meno del 16% di burro, non meno del 20% di uvetta e canditi e per la sua lievitazione deve essere utilizzato soltanto lievito naturale. Il Pandoro (o “pan de oro”) deve il suo caratteristico colore dorato alla presenza di numerose uova nell’impasto. Probabilmente ha origini cinquecentesche che vengono individuate (e gareggiate) tra le province di Verona e Venezia.  Contiene più burro rispetto al Panettone, non meno del 20%,  e più uova. E’ inoltre aromatizzato con vaniglia oppure con vanillina.

Entrambi deliziosi, disponibili in tantissime varianti (glassati, senza canditi, con cioccolato, con creme…) e poco sazianti, sono dolci molto calorici e andrebbero consumati con moderazione, soprattutto se a fine pasto. Molto meglio invece a colazione, accompagnati da una tazza di caffelatte, di the o da una tisana, per iniziare la giornata con una bella dose di energia!