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IL MESE DEI CACHI
11 Dicembre 2014
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IL MESE DEI CACHI

I cachi sono una delle piante più antiche coltivate dall’uomo e il loro nome scientifico (diospyros kaki) significa frutto degli dei. Nel secondo dopoguerra divenne il simbolo della pace perché alcuni di questi alberi sopravvissero coraggiosamente alla devastante esplosione di Nagasaki. Si narra che il primo albero di cachi nel nostro paese fu coltivato nel giardino di Boboli nel 1871; al giorno d’oggi le regioni che producono la maggior parte dei cachi sono Campania, Veneto ed Emilia Romagna.

I cachi vanno consumati dopo completa maturazione: solitamente viene raccolto ancora acerbo e lasciato maturare in magazzino. Questa operazione viene chiamata “ammezzimento” ed è fondamentale per eliminare il sapore astringente e consentire alla componente zuccherina di mascherare la componente tannica tipica del frutto. Per velocizzare la maturazione del frutto in casa è utile accostarlo a qualche mela.

La polpa dei cachi ha una consistenza gelatinosa e viene mangiata con il cucchiaio. In cucina possono essere utilizzati per realizzare centrifughe di frutta, marmellate, macedonie oppure per insaporire lo yogurt. In Giappone i cachi sono l’ingrediente fondamentale per la preparazione di alcuni vini e per il sakè. Sono frutti molto energetici, hanno un effetto vitaminizzante e remineralizzante per l’organiamo e rappresentano un ottimo rimedio naturale contro la stitichezza. Sono consigliati in caso di disturbi epatici per le loro proprietà epato-protettrici e in caso di cure antibiotiche perché favoriscono il ripristino della flora intestinale. Hanno qualità protettive nei confronti di milza, pancreas, stomaco e intestino, sono diuretici e depurativi ma sconsigliati in casi di diabete oppure obesità. Sono invece raccomandati in caso di inappetenza, magrezza, stress psicofisico e sport intenso.