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Quando il made in Italy è falso
15 Settembre 2014
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Quando il made in Italy è falso

La cucina italiana, si sa, è spesso bistrattata all’estero. D’altronde è impossibile negare che, per chiunque, replicare una cucina tradizionale legata a moltissimi prodotti tipici del territorio è un’impresa alquanto ardua. Oltre alla sensibilità culinaria, che cresce con ognuno di noi ed è per forza legata al paese in cui viviamo, a complicare la situazione all’estero ci si mettono i numerosi prodotti tipicamente italiani e tuttora inimitabili, nella sostanza.

Nella forma, invece, pare siano ormai imitatissimi, ribattezzati con nomi davvero buffi e da molti davvero confusi con i prodotti originali. Nella lista degli alimenti più imitati e contraffatti all’estero troviamo moltissime tra le nostre eccellenze: formaggi, olio extra vergine di oliva, miele, ovviamente pasta e persino salumi.

Secondo la Coldiretti negli ultimi vent’anni negli Stati Uniti si sarebbe registrato, per esempio, un vero e proprio boom dei falsi formaggi italiani, la cui produzione sarebbe quasi triplicata, mentre le importazioni dall’Italia dei prodotti originali costituirebbero appena il 2% rispetto alle imitazioni realizzate localmente.

Ecco che il nostro gorgonzola DOP diventa il Timbazoola oppure il Cambozola; il parmigiano reggiano diventa Parmesan Cheese, Parmesello oppure Regianito. Provolone e Asiago vengono prodotti in Winsconsin mentre robiola e mozzarella arrivano da Canada e Texas. Chiude la carrellata delle imitazioni il fontina made in China, i pomodori s. Marzano coltivati in California e la Bolognella, cioè la mortadella prodotta in Brasile.

Per noi italiani, che conosciamo bene i nostri prodotti, sarebbe semplice distinguere un’imitazione da un originale, anche basandoci soltanto sull’aspetto dei prodotti. Per chi vive all’estero, invece, è comprensibilmente più complicato: non dobbiamo pertanto stupirci quando molti turisti in visita in Italia rimangono spesso increduli di fronte alla completa diversità dei prodotti originali rispetto a ciò che credevano di aver conosciuto e assaggiato nel loro paese d’origine.